Porta magica di villa Palombara

 

 

Il marchese Massimiliano Palombara fu uno studioso di scienze ermetiche del XVIsecolo. La sua fastosa villa omonima sorgeva a Roma, vicino all’attuale chiesa di Sant’Eusebio, nella zona di piazza Vittorio Emanuele.

La casa rimase intatta fin verso la seconda metà dell’Ottocento, ma oggi ne rimangono solo i resti. E’ tuttavia ben visibile una porta murata di notevole interesse per gli studiosi di alchimia. Altri osservatori, invece, ravvisano nella soglia un preciso riferimento alle dottrine della Rosa Croce. Il marchese la fece costruire intorno al 1680, e fece incidere sull’architrave e sugli stipiti simboli magici e frasi collegate al percorso dell’ iter per la trasmutazione del piombo in oro.

Per interpretare il significato della porta, è necessario suddividere il tutto in due parti, quella superiore e quella inferiore.

Nella prima si trova il medaglione in pietra a bassorilievo, nella seconda è visibile l’architrave, gli stipiti ed un gradino.

Il medaglione è di ispirazione iconografica rosacrociana; il simbolo riprodotto è formato da due cerchi concentrici, nel cui esergo è riferita la legge di Ermete Trismegisto ed al cui centro si trova il pentacolo di Salomone (esagramma) approssimativamente sormontato da una croce di foggia latina che spunta dal simbolo del mondo riprodotto in dimensioni minori.

Al centro di quest’ultimo simbolo è scritta la frase ermetica centrum in trigono centri (il centro è nel triangolo del centro). Vi è anche il simbolo astrologico del sole.

Altre frasi fanno riferimento al Padre, alla Madre ed al Figlio: una trinità che in tema alchemico può essere ricondotta ai tre principi “solfo spirito”, “mercurio anima” e “sale corpo”.

Nell’architrave sono scritte due aforismi, uno in ebraico (Ruah Elohim) l’altro sembra di contenuti iniziatici: horti magici ingressum hesperius custodit draco et sine alcide colchicas delicias non gustasset iason (il drago delle Esperidi custodisce l’ingresso al giardino magico e senza Alcide Giasone non avrebbe gustato le delizie della Colchide). Questa epigrafe unisce due miti differenti, ossia l’undicesima fatica di Alcide (altro nome di Heracles) e la cerca di Giasone del vello d’oro.

E’ anche interessante osservare che sono sette (numero di base nelle concezioni cultuali rosacrociane) le successioni degli intervalli interpretativi degli stipiti della soglia. Difatti, su uno stipite troviamo il simbolo di Saturno con la frase “quando in tua domo nigri corvi parturient albat columbas tunc vocaberis sapien”s (quando nella tua casa i corvi neri partoriranno le colombe bianche, allora sarai definito sapiente).

Sarebbe questa sentenza ciò che darebbe inizio alla Grande Opera alchemica.

Su un altro stipite c’è il simbolo di Giove e la scritta “diameter spherae thau circoli crux orbis non orbis prosunt” ( il diametro della sfera il tau del cerchio la croce del mondo non sono utili ai ciechi). Al centro dei due si legge “qui scit comburere aqua et lavare igne facit de terra coelum et de coelo terram pretiosam” (chi sa bruciare con l’acqua e lavare con il fuoco fa della terra un cielo e del cielo una terra preziosa), unita al simbolo di Marte.

Il simbolo di Venere compare insieme alla scritta “si faceris volare terram super caput tuum eius tennis aquas torrentium convertes in petram” (se avrai fatto volare la terra sopra il tuo capo con le sue penne tramuterai le acque dei torrenti in pietra).

Sotto il simbolo del Mercurio, che rappresenta l’argento vivo, si trova l’epigrafe “azos et ignis dealbando latoniam veniet sine veste diana” (quando l’azoto e il fuoco purificheranno Latona Diana apparirà nelle sua nudità).

La scritta predispone all’ultima epigrafe degli stipiti, dedicato al Sole, all’oro puro: filius noster mortuus vivit rex ab igne redit et coniugio gaudet occulto (il nostro figlio morto vive torna re dal fuoco e gode del matrimonio occulto.

Sulla soglia della porta compaiono altre frasi che definiscono la condotta etica delle persone dedite ai misteri, all’uso che esse devono fare della sapienza acquisita. In sostanza dicono che l’iniziato ai misteri deve mettere la sapienza al servizio della collettività per aiutarla e progredire.

La porta enigmatica di Roma riporta tali massime come un imperativo imprescindibile per percorrere l’arduo cammino della vera conoscenza.

http://www.astercenter.it/ricerca/porta_Roma/porta_villa_palombara.htm